Una lectio magistralis sull’arte del ridere. “Professore” di una importante lezione è stato Flavio Oreglio nelle due repliche del suo ‘Discorso sul metodo dell’attor comico’ tenute, sabato 3 e domenica 4 dicembre, al Teatro Comunale di Catanzaro e all’Auditorium Casa della Pace ‘Frammartino’ di Caulonia. Lo spettacolo è stato organizzato da AMA Calabria, diretta da Francescantonio Pollice, e sostenuto dal Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo e dalla Regione Calabria nell’ambito del progetto Calabria Straordinaria.
‘Discorso sul metodo dell’attor comico’ è un titolo sbagliato perché Flavio Oreglio è molto di più che un semplice “macchiettista”. E’ uno scrittore, un autore, un musicista e un cabarettista che ha voluto rendere il giusto tributo alle sue due passioni, la filosofia e il cabaret, fondendo il ‘Discorso sul metodo’ di Cartesio e il ‘Discorso dell’attor comico’ di Ettore Petrolini. Due lavori apparentemente distanti, ma che trovano nel percorso tracciato da Oreglio la giusta collocazione.
Introducendo il suo monologo con la domanda su cosa è bene e male, Oreglio ha parlato dell’acqua, fonte primaria per l’umanità, che riesce a recare danno alla stessa quando si trasforma in uno tsunami. Sul telo bianco posizionato sullo sfondo, presenta un’immagine antica appartenente al suo bisnonno, un uomo nato nel 1866 che ha vissuto nello stesso tempo di Darwin e Manzoni e che aveva come capitale d’Italia Firenze. Racconta di quanta storia abbia vissuto il suo avo: dell’invenzione del cinema dei fratelli Lumière, delle prime sonorità blues, di un uomo che ha vissuto una guerra d’indipendenza e due guerre mondiali. Un esempio di un uomo che ha visto il mondo cambiare ed evolversi. Il percorso narrativo, inevitabilmente, è passato all’aspetto centrale dello spettacolo l’essenza dell’arte del far ridere attraverso le dinamiche che servono per metterla in atto. Sono numerosi gli esempi che inducono all’ilarità il pubblico. Barzellette che mettono in evidenza quello che è considerato l’aspetto principale: l’elemento sorpresa, il momento inatteso, che i greci chiamavano ‘aprosdoketon’. «Senza di esso non si ride mai». Un leggio da una parte del palcoscenico e un tavolino dall’altra creano l’essenzialità di una scenografia che dà spazio a Oreglio di esprimersi. In quel luogo ideale si muove a proprio agio utilizzando tutte le forme espressive che gli consentono di dare un preciso carattere alla dimensione da lui conferita all’intero spettacolo. Con l’ironia che lo contraddistingue, “concede” al pubblico di riflettere su quanto ascoltato. Una pausa che in realtà serve ad un cambio di argomento: la battuta, un altro elemento fondamentale del ridere. Parla della sua “brev-art”, degli epigrammi e degli aforismi. Di questi ultimi traccia una breve storia, raccontando della loro “provenienza” e di quanto i sette saggi, in fondo, dicevano cose che oggi possono essere considerate banali. Oreglio cita Voltaire per dare la giusta importanza a quella che lui stesso definisce ‘cortigrafia’: “Non ho tempo di scriverti una lettera breve, te ne scriverò di conseguenza una lunga”. Un modo per sottolineare che la scrittura breve non è sinonimo di mancanza di idee, ma più semplicemente perché per scrivere breve bisogna pensare molto. Tra i tanti esempi inserisce anche la Sibilla Cumana, passata alla storia come un personaggio che riusciva a prevedere ogni cosa. La frase ‘ibis redibis non morieris in bello’, detta a un soldato che era andato a consultarla circa l’esito del suo destino, è da considerarsi vaga perché pronunciata senza dare il giusto tono. Basterebbe inserire le virgole in modo diverso per far cambiare il significato della frase. Un esempio tangibile di quanto l’ambiguità delle parole sia un altro aspetto fondamentale.
Il divertimento del pubblico aumenta quando Flavio Oreglio imbraccia la chitarra per cantare ‘La stella del Moulin Rouge’ e ‘Amore mio’, due brani da lui composti che sottolineano quanto sia importante l’’aprosdoketon’. E’ proprio la continua attesa, l’inaspettato, che rende divertente le brevi frasi e i brevi racconti, e coinvolgente il rapporto con il pubblico, che risponde con ampie risate ai giochi di parole e alle frasi ad effetto di Oreglio. ‘Discorso sul metodo dell’attor comico’ viene salutato dagli spettatori con l’ardore di chi ha trascorso una piacevole serata in compagnia di un artista che, oltre a far ridere, ha saputo regalare delle perle di cultura. Flavio Oreglio verrà ricordato a lungo per la sua ottima performance e per il suo riconosciuto talento naturale.
AMA Calabria tornerà protagonista con ‘Astor, un secolo di tango’, che si terrà giovedì 15 dicembre al Teatro Comunale di Catanzaro, e venerdì 16 dicembre al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme. Nel “concerto di danza” le musiche di Piazzolla emergeranno come le vere protagoniste in una nuova armonia artistica danzata. I brani arrangiati da Luca Salvadori saranno eseguiti dal vivo dal bandoneón di Mario Stefano Pietrodarchi, esecutore brillante di fama internazionale. Sabato 17 dicembre, alle ore 21, il trio Danilo Rea, Massimo Moriconi e Ellade Bandini si esibirà all’Auditorium Casa della Pace “Frammartino” di Caulonia nel nuovo progetto che si ispira all’affiatamento delle esperienze vissute a fare musica insieme e dallo stesso amore di intendere la musica: dalla canzone italiana allo standard americano.
lametino.it