R. e P.
Non sanno proprio più cosa fare o a chi rivolgersi i cittadini della zona affinché si possa risolvere il pericolo che da troppo tempo esiste sul ponte Vodà della statale jonica 106 all’ingresso sud di Badolato Marina (CZ) dopo che è stato praticamente precluso il transito dei pedoni con il posizionamento di blocchi in cemento per difendere da eventuali incidenti e danni alla struttura ritenuta un bene culturale da difendere (pare però a scapito della vita delle persone).
L’ANAS, dopo tale restringimento del passaggio (già esiguo di per sé stesso già per il traffico del 1935 anno di costruzione), ha provveduto a installare un semaforo (a dir il vero a volte dal funzionamento a volte molto precario). Tuttavia, gli automobilisti, specialmente i mezzi pesanti, spesso non si curano del semaforo e passano comunque, approfittando del fatto che il ponte è lungo soltanto 37 metri. Già sono successi alcuni incresciosi incidenti, specie a pedoni e ciclisti, ma si teme che ci possa scappare il morto prima o poi.
Gli abitanti, i contadini e gli altri lavoratori di tale popolosa contrada sud di Badolato Marina, interessati dall’increscioso ed annoso problema, hanno protestato lungamente con i responsabili di tale situazione. C’è chi << ha persino finito l’inchiostro!>> – affermano – nel redigere ed inoltrare continui reclami. Hanno persino segnalato il grave pericolo addirittura alla Magistratura che se ne sta occupando. Già da prima del “Covid” si parla di costruire una passarella pedonale; però a tutt’oggi non si vede niente. C’è forse il solito scaricabarile? – si chiedono angosciati.
Ed hanno la sensazione che scaricabarile pare ci sia pure per evitare il concreto e forte pericolo di allagamento di tale contrada, fatta di numerose abitazioni e terreni fertilissimi, in caso di ricorrenti piogge abbondanti e al limite della di tracimazione dagli argini, anche a causa del letto del torrente Vodà sporco e rialzatosi di tanta sabbia che andrebbe alleggerita o meglio posizionata. Pericolo alluvionale ovviamente pure per lo stesso ponte stradale e per quello ferroviario lì accostato. Infatti, ancora qualcuno ricorda la disastrosa alluvione di metà ottobre 1951 quando il versante jonico catanzarese e reggino fu devastato, causando centinaia di vittime, interi paesi crollati e immense campagne ridotte a deserto, proprio come è accaduto pure in queste campagne badolatesi attorno al Vodà, torrente che in quell’occasione è cresciuto e si è allargato di ben dieci volte.
Domenico Lanciano