Venerdì 27 settembre ha avuto inizio la Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori 2024-2025 dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria.

Promossa dalla Commissione Europea e giunta alla sua undicesima edizione con la finalità di avvicinare il pubblico al mondo della ricerca, si è aperta con la tradizionale Cerimonia di consegna delle pergamene ai neo Dottori di Ricerca. Una tradizione che si rinnova e che celebra il rapporto indissolubile tra formazione, ricerca e qualificazione delle future classi dirigenti che hanno deciso di investire nei percorsi dell’Ateneo reggino.

L’evento è stato aperto dal Rettore, Giuseppe Zimbalatti che ha rivolto i propri saluti al numerosissimo pubblico presente presso l’aula Magna Quistelli, esponendo peraltro le ragioni dell’iniziativa, le sue finalità generali, la struttura del programma. Presenti alla cerimonia Caterina Capponi, Assessore Regionale alle Politiche sociali, Cultura, Politiche giovanili e dello Sport, Infrastrutture sportive, Pari opportunità, e Maria Stefania Caracciolo, Assessore Regionale con competenze di indirizzo politico in materia di Lavori Pubblici, Istruzione, Edilizia scolastica, Area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, Fenomeni migratori, Urbanistica.

A seguire dopo il saluto della dott.ssa Alessia Ferraro, rappresentante dei dottorandi della Mediterranea, il Coordinatore della scuola di Dottorato, Paolo Fuschi, unitamente al Magnifico Rettore e ai coordinatori dei cinque Dottorati di Ateneo, ha consegnato le pergamene. Dopo un piacevolissimo intermezzo musicale in vernacolo calabrese a cura del Coro Polifonico dell’Ateneo Reggino, diretto dal Maestro Bruno Tirotta, che ha molto coinvolto il pubblico presente, il prof. Carlo Morabito ha introdotto la lectio di Petre Roman, politico, accademico e scienziato.

Una lectio che ha affrontato in chiave originale il tema dei cambiamenti climatici, non tralasciando le evidenze scientifiche in nostro possesso, ma al contempo proponendo una visione basata sul necessario cambio di atteggiamento culturale da parte di tutti noi. Ognuno è attore attivo – ha affermato – in questo processo degenerativo del nostro pianeta. Sorprendenti, in controtendenza e improntate ad una visone ottimistica del futuro le sue conclusioni “…maybe in 20-25 years from now we will safety say a wonderful thing: good by global warming”.

Al termine, in un clima di allegra condivisone del risultato raggiunto, la foto di rito con il tradizionale lancio del tocco da parte dei neo dottori di ricerca.

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