Si direbbe che è un connotato storico quello dei conti in disordine delle amministrazioni comunali meridionali. Lo conferma il rapporto del Dipartimento della Finanza locale del ministero dell’Interno secondo cui i Comuni in Calabria falliscono con troppa semplicità. Milioni di euro di debiti e tante ombre gestionali. In base agli ultimi dati il numero degli enti in dissesto finanziario è concentrato per il 40% in Calabria. Dato più elevato in Italia ed anche il più allarmante. Tra le principali cause, secondo il report, il disordine contabile, spese elevate, entrate scarse, bilancio troppo rigido, ricorso alla tesoreria , sovrastima delle entrate e sottostima delle spese. Con 27 Comuni in crac la Calabria, dicevamo è la maglia nera d’Italia. Segue la Campania con 26 e sul podio anche la Sicilia con 24. Queste regioni rappresentano, secondo l’indagine, una sorta di area “grigia” che incorpora il 92% degli enti dissestati, molti dei quali ormai cronici. Occorre ricordare che un ente si trova in stato di dissesto finanziario quando «non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili» oppure «esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte». La norma disciplina due presupposti alternativi dello stato di dissesto: la prima condizione è l’incapacità funzionale e la seconda, invece, è l’insolvenza. Quando queste due condizioni si verificano con il carattere della «strutturalità» possono far emergere l’incapacità dell’amministrazione a far fronte alla situazione deficitaria con gli ordinari strumenti di gestione.

ALESSANDRA BEVILACQUA|redazione@telemia.it