L’Arpacal avrebbe messo sotto indagine la fiumara ‘La Verde’ di Africo, per via dei presunti rifiuti interrati, un’area che da oltre un anno è soggetta ad indagine, ma in realtà non sembrano affatto in atto attività.
La paura dei cittadini della zona è che non si insabbi, che si voglia tenere segreta questa storia perché «sarebbe costoso effettuare la bonifica, la paura è che lo Stato possa impedire ai volenterosi professionisti di andare avanti con il loro lavoro, il tutto mentre si continua a morire» infatti sul problema dei tumori si sono puntati anche gli occhi dei magistrati della dda reggina, ma a distanza di 1 anno dalle segnalazioni, tutto tace senza risposte.
Sarebbe da rintracciarsi nelle acque della fiumara che attraversa la cittadina ai piedi dell’Aspromonte la causa dei tanti morti e ammalati di cancro.
Nessuna traccia dei controlli dell’Arpacal, che dovevano aver creato anche una sorta di monitoraggio per capire la pericolosità della fiumare, il suo livello di inquinamento, scovare sapere e cercare di quei rifiuti sotterrati che stanno creando danni alla popolazione locale.
Si tratta di rifiuti che a distanza di trent’anni potrebbero oggi essere già stati trascinati dalla corrente a mare.
Le donne di Africo lottano per la verità, loro vogliono sapere se quei rifiuti esistono davvero o si tratta solo di fantasia. La cittadinanza sono 11 mesi che aspetta di sapere la verità dall’ente che si doveva occupare di scoprirla.
La terra dei fuochi è in Calabria, dove spesso si sa e non si fa niente per cambiare la situazione. Intanto le 52 famiglie che abitano ad Africo Nuovo, dove le persone continuano a morire di tumore, non riescono a sapere quale sia la verità, e quale sorte spetterà ai loro cari.
Carlotta Tomaselli
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