MESSINA – Nino Calarco, storico direttore del quotidiano Gazzetta del Sud ai tempi d’oro di Uberto Bonino e Gianni Morgante, è morto oggi a Messina all’età di 87 anni.
Nato a Messina il 29 ottobre 1932, giornalista professionista iscritto all’Ordine di Sicilia dal 12 agosto 1956, Antonino Calarco ha diretto il giornale di Calabria e Sicilia per 44 anni, dal 17 agosto 1968 al 30 aprile 2012. «E con lui – ricorda, infatti, Gazzetta del Sud – se ne va davvero un pezzo importante della storia di Messina e del Sud. Nino Calarco, giornalista nato sulla strada, politico per “missione”, uomo di grandi idee e di ancor più grandi passioni, è stato per tutti il Direttore».
«Per 44 anni – ricorda la Gazzetta – è stato l’assoluto pilastro del quotidiano dei siciliani e dei calabresi, il giornale al quale ha dedicato tutta la sua vita. Non è un caso che a distanza di poco più di un anno dalla morte di Giovanni Morgante, Nino Calarco ha raggiunto in qualche isola dei beati quello che è stato un compagno di lavoro e un fratello e con il quale ha combattuto battaglie che, viste con la lente della storia, si possono anche definire epocali per le due regioni e per i territori di diffusione della Gazzetta».
Calarco è stato anche, per oltre vent’anni, direttore di Radio Televisione Peloritana e presidente della fondazione Bonino-Pulejo ed a lui si deve la creazione del centro d’eccellenza Irccs Neurolesi. Fin da giovanissimo ha coltivato la sua autentica passione per il giornalismo, dando vita fin dal primo giorno alla grande avventura di quel giornale fondato da un imprenditore ligure, il cavaliere Uberto Bonino, nella angusta sede di via XXIV Maggio. Cronista di razza, aveva il fiuto della notizia e a soli 27 anni divenne capocronista. Un impegno costante, 24 ore su 24, sui fatti che aveva la capacità di raccontare con incisività, usando a volte la sua penna come dinamite.
Uomo dai variegati interessi, scrisse molto anche di spettacolo, intervistando i più importanti nomi del cinema internazionale, ai tempi della rassegna di Taormina e Messina.
Il quotidiano ricorda che Calarco dal 1968 divenne direttore e da allora «ha guidato il “suo” giornale con mano ferma, idee chiare, attenzione ai grandi eventi della storia ma anche ai più piccoli fatti di cronaca, che lui considerava di vitale importanza per un quotidiano di respiro meridionale e nazionale ma fortemente radicato nei territori».
Nino Calarco è stato anche politico, «ma non certo per professione». Dal 1979 al 1983 fu senatore della Repubblica, eletto nella lista della Democrazia Cristiana. «Era – afferma Gazzetta – un modo di accompagnare il suo impegno giornalistico in un’altra veste, facendo sentire la voce dei calabresi e dei siciliani in Parlamento. Da direttore e da senatore portò avanti, e a compimento, battaglie di vitale rilevanza per Messina, come quella per la costruzione dell’acquedotto Bufardo che risolse la drammatica emergenza idrica degli anni della grande sete. E poi la lotta contro il degrado socio-urbanistico simboleggiato dalle sterminate baraccopoli messinesi. Fu componente della commissione parlamentare che si occupò dei servizi segreti deviati e della loggia P2».
Terminato il mandato parlamentare, Nino Calarco tornò alla direzione del giornale. «E da lì – ricorda Gazzetta del Sud – si dedicò anche a un’altra grande sua passione personale e battaglia per il rilancio dello Stretto e del Sud: quella in favore del ponte. Nel 1987 venne nominato presidente della società pubblica Stretto di Messina Spa, che guidò fino al 2002, rinunciando a qualsiasi indennità o retribuzione. Nino Calarco è stato veramente una parte importantissima della nostra storia e a piangerlo oggi sono intere generazioni di giornalisti cresciuti sotto la sua guida e i tanti che lo hanno conosciuto, anche i suoi avversari, che lo hanno sempre stimato e rispettato». (giornalistitalia.it)