Il giornalista Mario Sconcerti, editorialista del Corriere della Sera ed ex direttore del Corriere dello Sport, è morto improvvisamente a Roma. Aveva 74 anni e da una decina di giorni era ricoverato al Policlinico Tor Vergata per accertamenti di routine. Proprio ieri aveva rassicurato molti amici che entro Natale avrebbe fatto rientro a casa.

Mario Sconcerti

La moglie ha raccontato al Corriere della Sera che un malore lo ha colto in maniera improvvisa e a nulla sono serviti i tentativi dei medici per rianimarlo.

Innamoratissimo dello sport, che aveva respirare sin da bambino grazie al padre, procuratore di boxe, era particolarmente appassionato di ciclismo, lo sport che ha seguito da cronista diventandone uno dei massimi esperti.
Nato a Firenze il 24 ottobre 1948, giornalista professionista iscritto all’Ordine della Toscana dal 6 maggio 1975. Aveva cominciato la carriera giornalistica nella redazione di Firenze del Corriere dello Sport, per poi passare a quelle di Milano e di Roma. Passato al quotidiano la Repubblica nel 1978 aveva creato e curato le pagine sportive, quindi, nel 1987, era approdato alla Gazzetta dello Sport con la qualifica di vicedirettore. Nel 1992 è stato nominato direttore del Secolo XIX di Genova. Di nuovo a Roma, dal 1995 al 2000 è tornato al suo grande amore, Corriere dello Sport, nelle vesti di direttore.
È stato anche amministratore delegato della Fiorentina lanciando Roberto Mancini come allenatore, commentatore televisivo per Rai e Sky, autore di numerosi libri tra cui “Con Moser da Parigi a Roubaix” (1978), “Se ha torto Dio” (2003), “La differenza di Totti” (2004), “Storia delle idee del calcio” (2009), “L’alba di Roma da riscrivere” (2011), “Il calcio dei ricchi” (2012) e “Storia del gol” (2015).
«Fino a venerdì –  ricorda il Corriere della Sera – ha continuato a dare il suo contributo di idee al nostro giornale di cui era una delle firme più prestigiose. Sconcerti è stata una delle firme storiche del giornalismo sportivo italiano, già direttore del Corriere dello Sport e del Secolo XIX. Nel corso della sua carriera è stato anche direttore generale della Fiorentina».

Mario Sconcerti

Mario Sconcerti lascia la moglie Rosalba e la figlia Martina, ma soprattutto, sottolinea il Corriere della Sera – «un vuoto incolmabile. Persona di grande cultura e spessore umano, Mario era ironico ma sempre puntuale nei suoi interventi. Talvolta divisivo per la estrema lucidità delle sue analisi, senza mai fare sconti e senza spirito di parte. Tifoso della Fiorentina, alla sua squadra non ha mai sottratto critiche quando le ha ritenute opportune. Il suo giornalismo è sempre stato apprezzato dai lettori, anche sul web l’analisi del lunedì era attesa con particolare interesse» (giornalistitalia.it)