ROMA – Impetuoso, spesso controcorrente, sempre libero: firma nota ed eclettica del giornalismo italiano, Aldo Forbice, storica voce di Zapping, è morto questa mattina a Roma, all’età di 80 anni.

 

Giornalista, saggista, scrittore, Forbice era nato a Catania il 23 settembre 1940: arrivato giovanissimo all’Avanti a Milano, è entrato in Rai alla fine degli anni ’60. Giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 1 gennaio 1965, nel 1970 ha esordito con “Turno C”, la prima trasmissione in Italia dedicata al mondo del lavoro ed ai diritti dei lavoratori, un impegno coltivato da Forbice per decenni anche all’interno del sindacato come storico e biografo.

Autore di numerosi libri sulla storia del movimento operaio e sindacale ha ricostruito, con saggi e ricerche, la storia delle tre confederazioni sindacali, l’elaborazione della politica economica e l’unità sindacale. Ha scritto libri sul padre del sindacalismo italiano, Bruno Buozzi, su Giacomo Brodolini (il ministro dello “Statuto dei lavoratori”) e su Walter Tobagi.

Dopo aver coordinato le sedi regionali al Tg1, alla fine degli anni ’80 è diventato vicedirettore del Gr3. Nel 1994 è nata Zapping, la trasmissione quotidiana radiofonica del Giornale Radio Uno che ha inaugurato un vero e proprio format inedito e che Forbice ha condotto, per 18 anni, fino al 2012.

Forte l’impegno sul fronte dei diritti umani con numerose campagne condotte attraverso la sua trasmissione radiofonica, con i suoi libri dedicati ai diritti civili e a temi come il traffico di armi, la violenza sui bambini, la pena di morte, la fame nel mondo, la violenza sulle donne e la tortura ed anche con un Festival, “Umanitaria”.
Per tentare di fare – diceva – «un bilancio degli ultimi decenni sui diritti umani: sui passi avanti compiuti e sui tanti (troppi) passi indietro». Intellettuale, profondamente laico, di tanto in tanto tranchant nei suoi giudizi, una passione per la pittura e la poesia, coltivate con numerose pubblicazioni e anche come curatore di mostre e festival, Forbice ha all’attivo oltre 50 libri tra saggi, poesie, inchieste: l’ultimo pubblicato appena poche settimane fa, “Comprare moglie” (Marietti 1820) ed un altro che stava scrivendo; per esserci sempre, anche dopo la soglia degli 80 anni compiuti, perché, come scriveva in un suo testo recente: «i versi sono per evadere, ma la fuga non ci salva. Mai». (ansa)

Monica Paternesi