Lorenzo Infantino, economista, filosofo sociale e uno dei più influenti interpreti del liberalismo classico in Italia, si è spento nella notte a Roma all’età di 77 anni. Nato a Gioia Tauro (RC), è stato professore emerito presso la Luiss Guido Carli, dedicando la sua carriera allo studio del pensiero liberale, dell’ordine spontaneo, della libertà individuale e alla critica del collettivismo.

Autore di opere fondamentali, Infantino ha pubblicato titoli come Ignoranza e libertà (1999), Individualismo, mercato e storia delle idee (2008) e Potere: La dimensione politica dell’azione umana (2013). La sua ultima opera, Conoscenza, governo degli uomini e governo della legge, è attesa per il 2024. Ha curato la collana “Biblioteca Austriaca” per l’editore Rubbettino, portando in Italia i grandi nomi della Scuola Austriaca come Carl Menger, Ludwig von Mises e Friedrich A. von Hayek.

Infantino era anche presidente della Fondazione Hayek – Italia e dell’Italian Linacre Society. In questi giorni era prevista la nuova edizione del suo libro L’ordine senza piano, a testimonianza della sua influenza perdurante nel panorama intellettuale.

Florindo Rubbettino, suo allievo, amico ed editore, lo ricorda con commozione: «Per me è stata una guida e un maestro. Infantino è stato un rigoroso studioso del liberalismo, sempre critico verso ogni dogmatismo. Ha saputo spiegare con chiarezza come istituzioni, regole e mercati emergano dall’interazione tra individui e non da pianificazioni centralizzate».

Con la sua capacità di rendere accessibili temi complessi, Lorenzo Infantino lascia un’eredità preziosa che continuerà a ispirare studiosi, lettori e sostenitori della libertà.

telemia