L’Università Mediterranea di Reggio Calabria si fa un regalo speciale e lo fa a tutta la città. Quale modo migliore di iniziare il nuovo anno accademico se non quello di invitare un uomo che incarna perfettamente il concetto di divulgazione culturale, missione che l’ateneo reggino persegue costantemente da sempre? Missione condivisa da Alberto Angela, ospite speciale dell’Università reggina, che nell’Aula Magna ‘Quistelli’ ha ricevuto quest’oggi la Laurea Magistrale Honoris Causa in Scienze Forestali e Ambientali.
Paleontologo, divulgatore scientifico, conduttore tv, giornalista e scrittore di fama internazionale, Alberto Angela ha fatto della divulgazione culturale storico-scientifica ragione di vita, mestiere e arte. Il tutto senza mai perdere il focus sull’obiettivo: insegnare, far passare un messaggio che possa essere compreso e allo stesso tempo interessante per il variegato pubblico televisivo.
La Mediterranea nel Mediterraneo: l’intervento del Rettore Zimbalatti
Ad aprire la cerimonia, introdotto dalle note del Coro Polifonico dell’Università Mediterranea, è stato il Magnifico Rettore Zimbalatti che ha fatto il punto sul lavoro della Mediterranea dal punto di vista accademico e sociale e del suo impatto sulla città e sull’area del Mediterraneo.
“L’anno accademico 2024-2025 si può fregiare di avere qui con noi e di assistere a una Lectio Magistralis del dottor Alberto Angela che riceverà una laurea honoris causa in Scienze Ambientali e Forestali“, ha dichiarato Zimbalatti che ha poi citato Papa Francesco e la “Terza guerra Mondiale a pezzi” che si sta combattendo in diverse parti del mondo. Partendo da questa riflessione, il Rettore si è chiesto “quale può essere il ruolo della Mediterranea, in uno scenario complesso come il Mediterraneo. La risposta non può che partire dai giovani che non si devono allontanare dal sistema scolastico e formativo. Nel 2024, a livello Nazionale, si è raggiunto il minimo storico dispersione scolastica 9.4%, il dato calabrese è al 12%, significato calo rispetto al 2021. Il raggiungimento degli obiettivi europei è una sfida impegnativa.
L’abbandono scolastico precoce si ripercuote sui giovani che non studiano e non lavorano, dato molto preoccupante nella nostra Regione. Ancor più preoccupante la perdita di giovani e residenti. Il sistema produttivo del territorio, che dovrebbe attrarre e trattenere questi giovani, risente di debolezze strutturali che frenano lo sviluppo e si riflettono sui dati sull’occupazione“.
“La popolazione studentesca è di circa 7000 iscritti di corsi inter-ateneo. Le immatricolazioni alla Mediterranea stanno crescendo: nel 2022-2023 il dato si attestava all’1-3%, quest’anno al 5%, dato che può ancora migliorare considerando che le iscrizioni sono ancora aperte. Altro dato significativo riguarda gli iscritti delle altre regioni con un incremento del 9% nel 2023. Chissà che la nuova connettività aerea con Italia ed Europa possa fare da ulteriore volano all’incremento di questa tendenza. La percentuale di laureati entro la durata nel corso di studi è sensibilmente aumentata, così come è aumentata la percentuale degli studenti che si iscrivono al secondo anno“.
Per quanto riguarda la futura e possibile realizzazione di un’Università di Medicina e chirurgia, il Rettore ha aggiunto: “il nostro ateneo è stato chiaro: massima disponibilità ma investimenti importanti in quanto corpo docente, personale e strutture. Tali investimenti senza la condivisione e il supporto delle istituzioni del territorio non sono sostenibili“.
In merito all’Università per Stranieri: “è il caso di ricordare che su interessamento stesso degli organi governo, questo Ateneo ha dato massima disponibilità all’ipotesi di fusione nel massimo rispetto della situazione economico-finanziaria. Soprattutto con il sostengono di istituzioni pubblico territoriali. Si registra da tempo un notevole interesse che non ha portato a risultati. Citando Tito Livio: ‘mentre a Roma si discuteva Sagunto veniva espugnata’. Auspicato accordo di tutte le parti necessita di un’attenzione ministeriale. Il buon esito non dipende solo da noi”.
La Lectio Magistralis di Alberto Angela
“Io penso di essere ancora uno studente. Chi è studente non smette mai di esserlo, ha sempre fame di conoscenza, io ho cercato di trasformare ciò in un mestiere. Questa laurea è un risultato magnifico. Quando ero all’Università la tv era diversa, non c’erano i social, è un mare che cambia, come quello di Ulisse, con tante sfide. Ho pensato che il modo migliorare per presentare la mia Lectio è quello di presentare il Mediterraneo.
Due terre, una di fronte all’altra, un cortile abbastanza grande per tenere insieme popoli e culture, permette di dialogare, a volte di fare guerra, ma c’è un continuo scambio. L’Italia, che si trova in mezzo, ha assorbito secoli e millenni di storie, 3000 anni di civiltà, come pochissimi altre Nazioni. Anche nel modo di mangiare, parlare, affrontare pandemie, rialzarci, ognuno di noi ha 3000 anni di saggi che gli parlano. Lo scopo dell’Università è quello di far continuare questo dialogo per comprendere il passato e capire il futuro”, ha dichiarato Alberto Angela in apertura della sua Lectio Magistralis.
“Si dice che la storia cominci quando finisce la Preistoria, col primo documento scritto. Io ho una visione da paleontologo, il Mediterraneo è una culla di civiltà, di onde geologiche, inizialmente era un oceano che separava due masse di terra enormi. C’è stato un momento in cui si è chiuso anche lo Stretto di Gibilterra, metà del Mediterraneo si è prosciugato. Nella parte orientale c’era la valle della morte, enormi depositi di sale, un luogo infernale. Si parla del Nilo che sfociava in una sorta di grande cascata in questa estesa valle infernale. Dopo qualche millennio si è riaperto lo Stretto di Gibilterra. Di colpo si è ripopolato il Mediterraneo, c’è stata una colonizzazione.
Bisogna essere pronti ai cambiamenti a livello personale e storico. I cambiamenti riguardano anche nuove specie, le specie ‘aliene’, in passato c’erano i pinguini in Puglia e i ghepardi a Firenze. La terra ha attraversato momenti ogni volta diversi, con atmosfere diverse, era un altro pianeta e nel futuro sarà un altro pianeta. Il cambiamento climatico entra in quest’ordine di cose. Bisogna essere pronti ai cambiamenti più piccoli ma non pensare di rimanere fissi, a un equilibrio, si deve essere pronti a reagire”, ha aggiunto il divulgatore scientifico.
Citando il concetto di colonizzazione, dai greci a Reggio Calabria, passando all’universo, Alberto Angela ha spiegato: “gli uomini inizialmente non viaggiavano, restavano ancorati alla terra ferma. Il genere homo è stato capace di arrivare in Australia e lo ha fatto essendo stato in grado di viaggiare anche sul mare. Il Mediterraneo è stato solcato già decine di migliaia di anni fa. Dal 9° millennio il Mediterraneo diventa grande protagonista di viaggi. Il Mediterraneo è come una grande piazza, lo è stato per i greci, i romani, i fenici che hanno portato l’alfabeto. Questa staffetta culturale e tecnologica è avvenuta grazie al Mediterraneo, catalizzatore di questo scambio culturale umano. Quando andremo fuori dal pianeta, faremo come hanno fatto i greci a Reggio Calabria, costruiremo colonie (orbitanti)”.
“I greci non parlavano di Mediterraneo ma di grande mare. L’Impero Romano è stato, invece, Mediterraneo-centrico, era la loro patria. Tutte le città romane del Mediterraneo sono portuali, il mare era un grande mercato. I romani sapevano del mondo, conoscevano la Cina, l’India e navi che partivano dal Mar Rosso arrivavano con oro e vino in cambio di spezie e seta. Il concetto di conoscenza e unione di culture si vede anche a Pompei in cui è stata ritrovata una statuetta indiana”, ha aggiunto.
Soffermandosi sui Bronzi di Riace, Alberto Angela ha speso splendide parole per le statue simbolo della cultura reggina: “Rispetto a quando io mi sono laureato, era il 1987, il mondo era diverso, c’erano dinamiche diverse. Oggi tutto è molto più diretto. Solo una mente elastica e aperta alle conoscenze può uscire fuori. Qui fuori avete uno dei più grandi Musei di Archeologia al Mondo. Sui Bronzi di Riace ho scritto un libro, sono l’unica opera che sembra viva, sembra stiano respirando. Sono stati fatti da persone che vivevano la metà di noi e non avevano le nostre conoscenze. I Bronzi di Riace sono l’esempio di ciò che si trova nell’ambiente sottomarino, fonte di enorme conoscenza”.
Riguardo all’impatto dell’uomo sul Mediterraneo, il noto paleontologo ha sottolineato: “siamo stati molto fortunati fino adesso ad avere questo luogo straordinario. Il Mediterraneo rappresenta un patrimonio inestimabile ma è minacciato dal cambiamento climatico, dall’inquinamento, dalle plastiche. Le temperature stanno salendo e nel Mediterraneo salgono più che altrove, del 20% in più rispetto ad altri mari. L’impatto che si ha su fauna e flora è da tenere in conto, la scomparsa di alcune specie a causa della pesca eccessiva”.
In conclusione, Alberto Angela ha voluto lanciare un messaggio significativo: “le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo devono sviluppare strategie di collaborazione. Penso sia imperativo unire le forze come fatto in passato per preservare questa ricchezza di migliaia di anni. Si sono creati equilibri incredibile che permettono a comunità diverse di sopravvivere. Il Mediterraneo è un’opportunità, una sfida che rappresenta un crocevia di culture, scambi, trascende confini politici e invita a riflettere su cosa vuol dire vivere in uno spazio condiviso.
Il Mediterraneo deve diventare realmente il ‘Mare Nostro’, non in termini di possesso ma di appartenenza. Ognuno di noi è parte di questa eredità, non possiamo sottrarci a un percorso che condivida la responsabilità della sua protezione“.
Occhiuto: “Calabria hub dell’Europa nel Mediterraneo”
A concludere la cerimonia l’intervento di Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria che, prendendo spunto dalla storia di Winner Ozekhome, giovane migrante laureando presso la Mediterranea, ha dichiarato: “la Calabria è onorata di avere istituzioni del sapere così importanti. Credo che l’intelligenza del sistema accademico sia stata anche nella scelta di consegnare una Laurea Honoris Causa ad Alberto Angela. Prestigioso dire che ci sono università in Calabria così eccellenti. Voglio rivolgermi agli studenti che ho trovato schierati al mio arrivo, con la guida degli studenti in mano e la scritta ‘Futuro’.
Vorrei rivolgermi a Winner e dire che i calabresi sono onorati di aver fatto in modo di aver dato a te un’occasione di inclusione sociale e una nuova vita. Il racconto della sua esperienza rende evidente il percorso delle istituzioni e dei luoghi del sapere. Mi rivolgo ai ragazzi. Quando guardate o ascoltate dirigenti politici, dirigenti, ministri, pensate che esercitano un potere importante. Il potere più importante è quello esercitato dalle Università, dal sistema dei saperi, dalla scuola, soprattutto nelle nostre realtà in cui la ndrangheta ha fatto un danno antropologico in molte comunità, ha convinto molti che lo Stato fosse meno forte di altre organizzazione e che non servisse affidarsi a Stato e istituzioni che servono a formare le coscienze. Io ho voluto investire molto per arginare la dispersione scolastica in Calabria.
Lo sviluppo della Regione passa più che dal comunque importante lavoro delle istituzioni, dal lavoro di inclusione, costruzione di percorsi di futuro che si realizzano all’interno di scuola e università. Io sostengo che la Calabria, nei prossimi decenni, potranno sperimentare ciò che il Nord ha sperimentato nel passato dalla circostanza di essere più vicini allo sviluppo dell’economia europea. Noi abbiamo sotto gli occhi ciò che accade al Porto di Gioia Tauro che ha consolidato il ruolo di primo porto in Italia per scambi. Il Mediterraneo sta diventando importante nel nuovo paradigma UE. Noi occupiamo una posizione felice per essere l’hub dell’Europa nel Mediterraneo.
Si fa un gran parlare di immigrazione e arginare i flussi migratori. Winner ci ha raccontato che è scappato dalla guerra, lo avrei fatto anche io se avessi guerra e fame nel mio paese. L’unico modo di arginare questi problemi è con investimento e sviluppo. Esorto l’Università Mediterranea a diventare l’Università del Mediterraneo“.
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