Ci sono i cittadini e ci sono le istituzioni. Ci sono i giovani studenti di alcune scuole del territorio, ci sono gli organi dello Stato, ci sono i sindaci e i rappresentanti delle associazioni. C’è il viceministro dell’Interno Wanda Ferro e ci sono i parenti e gli amici. Tutti nel ricordo commosso di Maria Chindamo, l’imprenditrice di Laureana di Borrello barbaramente uccisa sette anni fa.
La strada di contrada Montalto a cavallo tra i comuni di Limbadi, Nicotera, Candidoni e Rosarno, a cavallo tra le province di Vibo e Reggio Calabria, è baciata dal sole. Baciata dai raggi solari che illuminano il cancello dell’azienda dove Maria Chindamo scomparse sette anni fa. Una strada baciata dai raggi di luce e dal sorriso di chi sta lottando e lotterà ancora per non piegarsi alla ‘ndrangheta. C’è il fratello di Maria, Vincenzo, ci sono i figli di Maria, ci sono i familiari di vittime innocenti di mafia come Francesco Pagliuso e Francesco Vangeli. Tutti uniti per il riscatto che parta dalle terre di Calabria, per un riscatto che parta dalle donne e dal lavoro. E’ qui che appaiono i colori della rinascita.
Ecco allora che dall’iniziativa promossa da Agape, Comitato “Controlliamo Noi le Terre di Maria”, Libera, Penelope Italia Odv, GOEL, Gruppo Cooperativo e Comunità Progetto Sud promotori, insieme, di GOEL Bio.
Wanda Ferro: “E’ uno Stato che deve essere presente, che deve essere presente accanto alla famiglia alla ricerca non di vendetta, ma di verità. Ma soprattutto nel sottolineare che il sacrificio di Maria Chindamo è il sacrificio dei calabresi per bene che certamente per difendere la propria libertà e la propria terra ha immolato quello che sarà un dolore indelebile per i figli, il fratello ed i parenti e che certamente non si ferma oggi nella costruzione di uno Stato che dichiara guerra a chi a sua volta ha dichiarato guerra allo Stato”.
Vincenzo Chindamo: “Il messaggio criminale che qui si è tentato di dare, che una donna libera, un popolo libero può essere aggredito, ucciso e portato via, oggi trova il suo contrario. Una popolazione che reagisce, che si tiene per mano. A partire dai bambini delle scuole, a finire al sottosegretario di Stato, passando per le istituzioni, le associazioni, la gente comune, le amministrazioni locali. Nei luoghi grigi dove la ‘ndrangheta vorrebbe far morire la nostra speranza, invece qui rinasce la nostra speranza e rinasce con tutti i colori possibili. Chi gestisce le terre di Maria è qui per dare non solo per mettere tutta la professionalità possibile per arrivare ad avere un’azienda all’avanguardia, ma anche quella di dare il giusto senso ad un’azienda che ancora oggi porta il nome di Maria: un senso etico, un senso di giustizia, un senso di speranza”.
Vincenzo Linarello, GOEL Gruppo Cooperativo: “Il messaggio più grande è il fallimento degli intenti della ‘ndrangheta. E’ vero che Maria che non c’è, ma è altrettanto vero che i terreni sono rimasti di Maria. Anzi, sono diventati un baluardo di libertà qui nel territorio, che dicono a tutti che è possibile dire di no, è possibile ribellarsi ed è possibile anche fare economia in maniera legale senza fare i conti con la ‘ndrangheta. Quello a cui noi stiamo assistendo anno dopo anno è una sensibilità montante. La memoria di Maria sta aggregando tantissime persone ed è significativo che oggi qui ci siano le scuole, la società civile, gli organi dello Stato, il governo. C’è tutto, lo Stato siamo tutti noi, prima ancora degli organismi e delle istituzioni, noi siamo lo Stato. Ogni siamo sempre più numerosi e quindi credo che questa Calabria vedrà presto un’alba nuova e non può fermarla nessuno questa cosa. Anche perchè, diciamoci la verità, la ‘ndrangheta, le massonerie deviate hanno lasciato solo devastazione e fallimento anche per quelli che fanno parte delle loro stesse organizzazioni”.
gazzettadelsud.it
foto ansa