Rocco Palamara, all’origine dei collettivi operai-studenti del movimento giovanile della Locride e delle prime lotte contro la ‘ndrangheta negli anni ’70, è finalmente tornato in Calabria. L’ha fatto col suo libro “ Mio Nonno Rocco – Come nacque la ‘ndrangheta” presentandolo a BOVA  col patrocinio del Comune, davanti a un centinaio di persone arrampicatesi sin lassù per vederlo, e accolti dal sindaco Santo Casile che è entrato nel merito come relatore.

Le antiche mura della Casa Grecanica hanno accompagnato l’autore e il suo pubblico nella discussione di un romanzo altrettanto pregno di quella storia da cui si era circondati. Partecipanti pittori, scrittori, poeti, ambientalisti e attivisti politici vecchi e nuovi convenuti a Bova per un incontro fuori dal comune. Tra i confronti più significativi quello dell’Autore con Cosimo Sframeli, scrittore di cose di mafia e già comandante atipico nell’Arma dei Carabinieri.

“Mio Nonno Rocco – Come nacque la ‘ndrangheta”, è il racconto rivelatore e meticoloso di una parte di storia (la nostra, quella calabrese e anche di tutto il sud) fino ad oggi ingiustamente dimenticata.

Nel racconto, Rocco Palamara descrive gli usi e costumi e accadimenti cruciali di un popolo di pastori e di contadini, quello Casalinovita, forte e avvezzo alle asperità della vita e della propria terra, ma da queste mai afflitto né sconfitto. Solidarietà e risorse morali erano la loro forza.

Una narrazione che raccoglie secoli di storia sin nei minimi dettagli, da piccoli racconti di vita ad avvenimenti epocali quali guerre e terremoti, come anche le vicende legate al possesso della terra e le antiche ingiustizie verso i contadini, con i conflitti che ne derivarono.

E poi ancora con una approfondita e assolutamente inedita descrizione analitica della ‘ndrangheta: dalle sue origini ai suoi rivolgimenti (periodo giolittiano , ventennio fascista, ‘ndrangheta comunista del dopoguerra) e sviluppi fino alla fine degli anni ’60, alle soglie della modernità, che  l’autore dipinge in un quadro vivido senza reticenze né imbellimenti, nominando anche i più importanti capibastone verso i quali ci sarebbe stato un approccio, afferma Palamara,  per servirsene da parte del Potere costituito, in occasione delle elezioni epocali del 1953.