MARINA DI GIOIOSA IONICA – «Una cosa è il vertice politico, altre sono le responsabilità amministrative». L’ex sindaco di Marina di Gioiosa Ionica Domenico Vestito, mette i puntini sulle “i” nel corso della conferenza stampa convocata in un bar cittadino.

Davanti a una platea piuttosto folta, nella quale si distinguevano alcuni sostenitori di sempre, tra cui l’ex Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Daniela Diano, Tonino Giannotta e l’ex assessore al Lavoro della Regione Calabria Federica Roccisano, c’è quasi tutta l’ex amministrazione comunale al completo. Mancano solo, perché trattenuti da impegni personali, l’ex vice sindaco Maria Elena Loschiavo e l’ex assessore all’Urbanistica Sisì Napoli. Gli altri sono tutti al tavolo dei relatori. Alla destra dell’ex primo cittadino, l’ex presidente del consiglio comunale Loredana Femia, e alla sinistra l’ex assessore ai Lavori Pubblici Francesco Lupis, l’unico gravato da un decreto d’incandidabilità da parte del Tribunale di Locri, nella sentenza emessa venerdì scorso.

Ed è stata proprio la sentenza del tribunale civile, che ha sancito la non incandidabilità dell’ex primo cittadino, il punto cruciale della conferenza stampa, organizzata «in un luogo aperto al pubblico – ha detto Vestito, per dimostrare la nostra trasparenza e il nostro diritto di parlare con la libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione».

Vestito ringrazia gli avvocati Francesco Macrì e Pino Vumbaca «Che ci hanno assistito in questo giudizio, conclusosi con una sentenza che ha assestato un duro colpo al teorema che ha condotto allo scioglimento del consiglio comunale per le addotte infiltrazioni mafiose. Abbiamo apprezzato  – ha proseguito l’ex sindaco – la serenità dimostrata dai magistrati locresi e la loro condotta che ha avuto il massimo rispetto per le argomentazioni addotte nella discussione dai nostri avvocati».

Diversi gli spunti di riflessione di Domenico Vestito, che si è chiesto «Se il vertice politico è estraneo a ogni collusione, su cosa poggia l’addotto condizionamento malavitoso? Noi – ha aggiunto – continueremo, insieme a Francesco Lupis, la nostra battaglia legale, carte alla mano, e il 30 gennaio il Tar del Lazio, al quale abbiamo fatto ricorso, discuterà dell’intero impianto dello scioglimento, mentre stiamo già preparando l’appello per la sentenza che ha sancito l’incandidabilità di Francesco Lupis, che non lasceremo mai solo, fedeli al motto “tutti per uno e uno per tutti”, anche perché si legge chiaramente nella sentenza che la commissione d’indagine ha definito “dinamica e propulsiva” la nostra azione amministrativa, e c’è veramente poco da discutere».

Prima di concludere, Vestito ha detto che «Il decreto di venerdì scorso riaccende un po’ di fiducia e spero che si possa avviare un discorso di revisione completa della normativa che impone lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose, ma prima di tutto lottiamo insieme a Francesco Lupis, che non è solo e che siamo certi uscirà pulitissimo da questa vicenda».

Già, Francesco Lupis. All’ex assessore comunale il Viminale addebita il fatto di aver svolto la propria professione di ingegnere durante il mandato amministrativo e di aver partecipato, in veste di calciatore, a un torneo in memoria di un giovane scomparso prematuramente e che aveva un cognome “ingombrante”».

Lupis sceglie di mantenere un basso profilo in conferenza stampa, e preannuncia di avere «Fiducia nella giustizia, specie nel Tar del Lazio e sicuramente non farò polemiche sui social network come sembra vada di moda in questi periodi. Abbiamo sempre operato nella legalità – ha aggiunto – mettendoci a disposizione sia dell’Arma dei Carabinieri che del Comune personalmente ho donato anche alcuni progetti grazie ai quali sono state realizzate alcune importanti opere pubbliche».

Rispondendo alle domande sui singoli addebiti che gli vengono contestati, l’ex assessore ha risposto che «Non potevo non svolgere la mia professione perché non campo di politica» e che «Da calciatore gioco da quando avevo 10 anni e fino all’anno scorso ero parte di una squadra di seconda categoria. Tra l’altro, se avessi avuto il sentore che la mia partecipazione a un torneo di calcio, che ho giocato come in tutti quelli che hanno avuto luogo nella Locride, avrebbe potuto compromettermi, di sicuro non lo avrei fatto. Tra l’altro, quando ho preso parte al memorial “Vincenzo Aquino” c’era già la commissione d’inchiesta ma io ho giocato con la massima buona fede, rimediando anche una ferita che mi ha costretto a parecchi punti di sutura pochi giorni prima del mio matrimonio».

L’ex sindaco Vestito ha altresì ricordato che «A proposito di calcio, ricordo  che la nostra amministrazione, a costo di attirarci parecchie critiche, è stata assai solerte ad applicare l’interdittiva antimafia alla locale squadra di calcio, così come in altri casi che posso dimostrare, e anche in un caso in cui trattai verbalmente con la Prefettura, l’esigenza di applicare un’interdittiva antimafia. le altre interdittive, per le quali nel decreto di scioglimento ci viene contestato un ritardo nell’applicazione, sono frutto di notifiche tardive da parte della Prefettura, e questo lo possiamo dimostrare tranquillamente».

Fin qui la conferenza stampa, al termine della quale, su precisa domanda del collega Ilario Balì su un’ipotesi di ricandidatura degli ex amministratori, Vestito ha risposto che «Ora è prematuro. Ci preme condurre le nostre battaglie legali per ribadire la bontà di tutto il nostro operato, da parte dell’intera ex compagine amministrativa».

fonte:  Gianluca Albanese -lentelocale