Importantissima fu l’amicizia con Marcello Casco che con la sua grande esperienza e i suoi consigli lo indirizzò. Tra l’altro lo introdusse al Puff, il cabaret di Lando Fiorini. Lì si alternavano Francesco De Gregori che cantava “Roma capitale”, Antonello Venditti che suonava il piano e cantava le sue prime canzoni, il duo Stelio e Edoardo (Edoardo de Angelis, che successivamente fonderà la Schola Cantorum). Ma anche del Duo di Piadena (Chittò e Merli) con “L’uva fogarina”, Daisy Lumini che si esibiva fischiando e Beppe Chierici con le canzoni di Brassens, e mille altri.
Rino musicava qualche testo di Marcello Casco, scriveva le prime canzoni, cercava contatti con i discografici. Assieme ad uno dei suoi amici più cari, Antonio Salezzari, che per primo credette in lui, si recava alla RCA, poco fuori Roma sulla via Nomentana, dove capitava di intravedere l’inarrivabile Principe (Maurizio Vandelli leader dell’Equipe 84), Gianni Morandi o Ennio Morricone, ma i tempi non erano ancora maturi.
Durante un viaggio a Milano, si propose alla casa discografica Blue Bell; li incontrò Fabrizio De Andrè che lo colpì molto per la sua disponibilità umana. Prima che Rino si esibisse, Fabrizio gli accordò con grande maestria ed estrema facilità la chitarra.
Durante il viaggio di ritorno da Milano a Roma in treno, i due amici composero una canzone dedicata ai fatti dei frati di Cassino, accusati di contrabbando di sigarette. Fu l’inizio dell’ironia che permeerà le canzoni di Rino: in essa si sosteneva che i frati giustificassero la loro attività con argomenti religiosi legati al parallelo tra le preghiere e il fumo delle sigarette: entrambi salivano in cielo “così invece di pregare puoi benissimo fumare” concludeva il sermone dell’immaginario fra’ Leone. I due amici si esibirono pure in un locale situato nelle vicinanze del Vaticano che si chiamava Blow up.
Congiuntamente ai suoi studi da geometra, si avvicina al palcoscenico interessandosi di teatro e solo in seguito tenterà la strada del pop.
Dopo le prime esibizioni al Folkstudio, viene scoperto da Vincenzo Micocci, e il debutto discografico avviene nel 1973: con lo pseudonimo di Kammamuri’s, pubblica per la It il 45 giri I Love You Marianna (sul lato B Jaqueline); prodotto da Antonello Venditti, Piero Montanari e Aurelio Rossitto, fonico dello Studio 38, dove venne realizzato il disco (acronimo di RosVeMon, dall’iniziale dei cognomi). I Love You Marianna potrebbe far pensare alla marijuana ma in realtà qui Rino, pur giocando sul doppio senso, si riferisce all’affetto che lo lega alla nonna Marianna, con la quale giocava da bambino. In quegli anni il cantante stringe una particolare amicizia con alcuni dei colleghi sotto contratto con la It di Vincenzo Micocci, alcuni di questi allora ancora poco noti, quali i cantautori Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, l’attore Marco Messeri.
Nel 1974 pubblica il suo primo album, Ingresso libero, che non ottiene tuttavia particolari riscontri di vendita né di critica, pur mostrando già i segni dello stile estroso, provocatorio e innovativo che avrebbe caratterizzato tutta la sua carriera. Tra i brani presenti ci sono Ad esempio a me piace il Sud, canzone già nota perché incisa l’anno precedente da Nicola Di Bari con un testo leggermente diverso, e I tuoi occhi sono pieni di sale. L’incontro con Nicola fu, a dire di Rino, fondamentale per l’inizio della sua carriera.
Il successo arriva l’anno dopo con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu.
Rino Gaetano durante una delle sue esibizioni
Nel 1978 Rino Gaetano partecipa al Festival di Sanremo con la canzone Gianna, piazzandosi al terzo posto, alle spalle dei Matia Bazar e di Anna Oxa. Inizialmente Rino Gaetano non vuole presentarsi al festival, manifestazione nel cui spirito non si riconosce, ma viene poi in qualche modo convinto dalla sua casa discografica, la It. Decide allora di presentarsi col brano Nuntereggae più perché considera Gianna troppo commerciale e perché, a suo parere, si tratta quasi di una brutta copia di Berta filava. Poi però, poco tempo prima dell’inizio del festival, Rino decide di portare sul palco Gianna, un brano che, grazie anche al trampolino di Sanremo, ottiene un grande successo e rimane per quattro mesi in classifica, vendendo oltre 600 mila copie. Sul lato B di quel disco c’è il brano Visto che mi vuoi lasciare.
Nello stesso anno conduce un programma radiofonico, intitolato Canzone d’Autore, in onda alle 18.
Artista estremamente poliedrico, nel 1981 recita nel Pinocchio di Carmelo Bene a Roma nel ruolo della volpe.
La carriera e la vita di Rino Gaetano si interrompono tragicamente il 2 giugno 1981 all’età di trent’anni, in un incidente stradale che avviene a Roma, sulla via Nomentana, nei pressi del quartiere Trieste. Già pochi giorni prima della tragedia, assieme all’amico Bruno Franceschelli, Rino venne coinvolto in un altro incidente automobilistico, dal quale uscì miracolosamente illeso; la sua auto, una Volvo 343, venne completamente distrutta e lui ne acquista subito un’altra uguale, di colore grigio metallizzato.
Il secondo incidente invece si rivela fatale: la vettura finisce sulla corsia opposta e si schianta lungo via Nomentana (all’altezza dell’incrocio con via Carlo Fea) contro un camion, un Fiat 650D. Pur prontamente soccorso ma in fin di vita, il cantante viene rifiutato da ben cinque ospedali, una circostanza sorprendentemente simile a quella narrata in uno dei suoi primi testi, La ballata di Renzo, eseguita dal cantautore durante le sue prime esibizioni al Folkstudio. Muore per la gravità delle ferite riportate, per giunta a pochi giorni di distanza dalla data fissata per il suo matrimonio con Amelia, sua compagna, che aveva conosciuto prima ancora della sua carriera musicale. Inizialmente venne sepolto nel piccolo cimitero di Mentana fino al 17 ottobre quando è trasferito al cimitero del Verano, dove la sua salma si trova tuttora.