Sono oltre mille le firme raccolte in una sola settimana, dai cittadini di Siderno, per ribadire il loro netto rifiuto alla realizzazione dell’impianto 5G, in un terreno privato in via Carrera, se non dopo la pubblicazione dei dati rilevanti l’incidenza delle radiazioni elettromagnetiche presenti nel comprensorio comunale. Promotore di questa petizione, con oggetto, “richiesta di controllo elettromagnetico per antenne e ripetitori presenti sul territorio”, indirizzata nei giorni scorsi alla sindaca Maria Teresa Fragomeni e all’assessore all’Ambiente, Carlo Fuda, è il Comitato “No al 5G sotto casa”.
Come riporta Francesca Cusumano su gazzettadelsud.it, dopo l’incontro del 27 maggio scorso, nella sala consiliare, tra cittadini, Amministrazione comunale e tecnici, nel corso del quale era stato illustrato l’iter autorizzativo ottenuto per la localizzazione dell’impianto di via Carrera, per conto della Inwit Spa, attraverso l’ufficio Suap, ufficio Urbanistica, settori lavori pubblici-ufficio ambiente e relativa conferenza dei servizi, ha fatto seguito, il 4 giugno scorso, una nuova riunione della sindaca con il gestore Vodafone Spa, la società realizzatrice dell’impianto e alcuni membri del Comitato.
Una riunione allo scopo di valutare una eventuale delocalizzazione dell’antenna 5G, alla luce delle preoccupazioni espresse dai cittadini, legate all’esposizione alle future radiazioni elettromagnetiche che potrebbero comprometterne la salute. «Nell’incontro del 4 giugno scorso – hanno spiegato i componenti del Comitato “No al 5G sotto casa” – i rappresentanti Vodafone Spa ed Inwit Spa, hanno dichiarato il ritardo con il quale l’Italia ha recepito la direttiva europea sulla digitalizzazione e quindi, la necessità di intervenire per una copertura su base nazionale, con interventi sempre più penetranti nel territorio per i grandi vantaggi che nel prossimo futuro il 5G produrrà, con rischi per la salute quasi nulli e che, normativamente, la realizzazione dell’antenna 5G, in via Carrera, considerata un’opera di pubblica utilità, è stata concessa dal Comune, seguendo il normale iter autorizzativo».
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