Oltre 220 mila euro in indennità incassate dal personale in servizio all’Azienda Ospedaliera di Cosenza ma che, in realtà, non sarebbero state dovute, dunque sarebbero state percepite indebitamente.
È questo quanto contesta ad otto dipendenti pubblici, oggi tutti denunciati, la Guardia di finanza del capoluogo bruzio che ha analizzato una corposa documentazione acquisita nella struttura da cui emergerebbe come i collaboratori amministrativi della Azienda abbiano retribuito ad altri dipendenti, indennità per turni festivi, straordinari, notturni e reperibilità che non sarebbero corrispondenti alle prestazioni effettuate realmente.
In particolare, l’esame delle buste paga e delle “badgiature” evidenzierebbe che gli indagati abbiano effettivamente percepito ingenti somme sia per queste indennità sia per ore di straordinario che si ritiene mai svolte, spesso anche in numero rilevante, o effettivamente svolte dal dipendente ma liquidate in riferimento a periodi in cui quest’ultimo, a volte, risultava in malattia.
Da qui la denuncia alla procura per truffa aggravata ai danni dello Stato: per gli inquirenti gli indagati avrebbero, in concorso fra loro, causato una indebita erogazione di indennità accessorie da parte dell’Azienda Ospedaliera di appartenenza.
Nel contempo è stata richiesta dalla Procura l’emissione di un Decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente delle somme che si ritiene percepite ingiustamente. Sequestro che ha interessato immobili, somme nei conti correnti e Tfr degli indagati.
LE ATTIVITÀ di indagine sono state coordinate dal sostituto Antonio Bruno Tridico della Procura della Repubblica di Cosenza, diretta dal Procuratore f.f. Antonio D’Alessio, e sono state svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria bruzi e della Aliquota del Corpo della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura locale, con la collaborazione, per gli aspetti di rispettiva competenza, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro e dell’Inps di Reggio Calabria.
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