“Dall’alba di domani, 2 settembre, e fino al 10 febbraio dell’anno prossimo, il volo di migliaia di uccelli potrà essere interrotto da una fucilata”. Inizia così un comunicato diffuso dalla sede regionale del WWF, che spiega: “è quanto stabilisce il calendario venatorio della Regione Calabria, che autorizza le uccisioni di diverse specie, cacciabili in anticipo rispetto al 17 settembre, per come invece prevede la legge in materia”.

“Non a caso il calendario è in aperto contrasto con le indicazioni espresse dall’Ispra, il massimo organo scientifico e tecnico di ricerca e consultazione per le Regioni In materia di caccia, per come previsto della stessa legge” viene spiegato. “Basta infatti confrontare le previsioni del calendario venatorio regionale con le osservazioni contenute nel parere dello stesso Istituto del 28 luglio scorso, per constatare che, in pratica, quasi tutte le proposte per una maggiore tutela della fauna e le critiche avanzate sono state completamente disattese”.

“A cominciare dall’anticipo dell’apertura e dal posticipo della chiusura (prevista al 10 febbraio 2024): oltre cinque mesi di caccia, dall’alba al tramonto, in una regione in cui la vigilanza venatoria è pressoché inesistente (intere province non hanno più guardie) e quindi con un ‘controllo del bracconaggio ancora inadeguato‘” evidenziano gli animalisti. “A ciò si aggiunga l’altro cadeau regionale che permette a tutti i cacciatori la mobilità su tutto il territorio regionale, per 15 giornate di caccia alla fauna migratoria, senza alcuna autorizzazione da parte della provincia competente; una concessione che stride pienamente con quell’esigenza di legare il cacciatore ad un determinato territorio, che rappresentava uno dei principi innovatori della legge quadro in materia di esercizio venatorio e tutela della fauna”.

“E così per tutte le specie cacciabili per le quali la regione, rispetto al parere Ispra, ha deciso di aprire prima la caccia e di chiuderla dopo. Basti pensare alla Beccaccia, cacciabile fino al 31 gennaio (un mese in più rispetto al parere) o ai Tordi (20 giorni in più) o agli uccelli acquatici (ben 25 giorni in più, tra preapertura e posticipo della chiusura). Ma per comprendere meglio il danno che si arreca alla nostra fauna, bisogna ricordare che alcune delle specie, come il Colombaccio, che potranno essere abbattute a partire dal 2 settembre, a quella data, hanno ancora piccoli nel nido, per come provato da recuperi di nidiacei in questi giorni, per cui l’uccisione dei genitori, comporterà la morte dei piccoli per fame” spiegano ancora.

“E tutto ciò nonostante la legge preveda il divieto di caccia durante le fasi della riproduzione ‘e della dipendenza degli uccelli‘. Il WWF ricorda a proposito alcuni dei divieti previsti dalla legge e invita tutti i cittadini a segnalare alle forze dell’ordine qualsiasi violazione, come ad esempio l’uccisione di specie protette o particolarmente protette (ad esempio tutti i rapaci diurni e notturni), la caccia nei giorni di martedì e venerdì (giornate di silenzio venatorio), l’esercizio venatorio nel raggio di 100 metri dalle abitazioni, luoghi di lavoro o a meno di 50 metri dalle strade carrozzabili, la caccia nei parchi nazionali, regionali o nelle oasi di protezione della fauna, l’uso di richiami acustici a funzionamento meccanico o elettromagnetico per attirare gli uccelli” si legge in conclusione. “Se è vero che la fauna selvatica è patrimonio della comunità nazionale e internazionale, è dovere di ogni cittadino impegnarsi per difenderla da tutti i pericoli che la minacciano”.

cn24tv.it