Erano le 5:20 del mattino del 28 dicembre 1908 quando un violento terremoto rase al suolo le città di Messina e Reggio Calabria, classificandosi come uno degli eventi sismici più violenti mai registrati nella storia.
Ad oggi, è considerata la più grave catastrofe naturale in Europa per numero di vittime e disastro naturale di maggiori dimensioni che abbia mai colpito il territorio italiano.
La notte del 28 dicembre i sismografi del mondo registrarono un terremoto di magnitudo molto alta in una zona non definita ma ricollegabile all’Italia. Nessun’altra informazione, solo distruzione e devasto.
Il sisma di magnitudo 7.2 (Mercalli) interessò la zona dello Stretto di Messina, distruggendo Reggio Calabria e Messina. Al sisma si aggiunse il maremoto causato da un’immensa frana sottomarina che devastò ulteriormente le zone costiere delle due regioni.
Le vittime a Messina furono circa 75.000 mentre a Reggio Calabria 15.000 per un totale di 120.000: 80.000 in tutta la Sicilia e 40.000 in tutta la Calabria.
Si potevano solo immaginare i danni provocati da un sisma di quella intensità. Gli addetti all’Osservatorio Ximeniano di Firenze annotarono:
«Stamani alle 5:21 negli strumenti dell’Osservatorio è incominciata una impressionante, straordinaria registrazione: “Le ampiezze dei tracciati sono state così grandi che non sono entrate nei cilindri: misurano oltre 40 centimetri. Da qualche parte sta succedendo qualcosa di grave.»
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