Ammonta a circa centomila euro il valore complessivo dei beni che i carabinieri hanno sequestrato a sei delle persone che sono rimaste coinvolte nell’operazione nota come “Ultimo Atto”, che nel febbraio scorso ha inferto un duro colpo alle cosche della ‘ndrangheta cirotana, facendone emergere, tra gli altri, gli interessi e le cointeressenze economiche del clan nel settore della pesca e delle attività ad essa connesse.

Nell’ambito dell’inchiesta, e limitatamente a quest’ultime vicende, sono stati arrestati i soggetti attinti oggi dal provvedimento, cinque dei quali sono finiti in carcere e uno ai domiciliari.

I sequestri hanno interessato in particolare tre magazzini a Cirò Marina, e quanto in essi contenuto, tra cui svariate celle frigorifero industriali; sigilli anche per due imbarcazioni per la pesca d’altura che erano ormeggiate nel porto turistico cittadino; tre società che operano nel settore ittico; due furgoni per il trasporto del pescato; e tre conti correnti bancari.

Si tratta di sequestri preventivi, adottati dal Gip del Tribunale di Catanzaro sulla base delle indagini di polizia giudiziaria svolte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cirò Marina.

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