COMMENTO AL VANGELO XIII DOMENICA ORDINARIA (A)

Le affermazioni di Gesù ci lasciano attoniti: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me…Chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me”. Queste parole sembrano una pretesa assurda.

Chi è Costui che pretende di essere il Tutto della mia vita, più importante di mio padre e di mia madre, di mio figlio e di mia figlia? C’è forse qualcosa di più sacro della famiglia?

Certo, la famiglia è un grande DONO, ma il dono non potrà mai essere più importante del DONATORE.

Le parole di Gesù si comprendono solo se Gesù è realmente il Figlio di Dio. Solo Dio è al di sopra degli uomini. Dio è la FONTE dell’Amore e amare Lui significa amare autenticamente anche gli altri, se non c’è amore per Lui non ci può essere amore per gli altri nel matrimonio e nella famiglia. Quando ci si allontana da Lui, quando nella famiglia Gesù perde il suo POSTO CENTRALE, quando nella famiglia scompare la fede, la preghiera e la pratica dei comandamenti, allora gli affetti appassiscono ed essa diventa un giardino arido e incolto. SENZA DIO la famiglia si sgretola, gli sposi diventano estranei l’uno all’altro, i figli si allontanano senza rimpianto. E’ la presenza di CRISTO la garanzia che protegge e salva le famiglie.

Gesù ci chiede un AMORE TOTALE, un’appartenenza piena. Nel rapporto con Lui c’è un primato fondamentale da stabilire, un PRIMO POSTO che consente di mettere ordine nella vita.

La subdola tentazione del mondo moderno è di costruire un futuro SENZA DIO. Tragica illusione perché senza Dio non c’è futuro, né vita eterna. Dobbiamo rendere ragione della nostra fede mostrando che, avendo trovato Dio, abbiamo scoperto la bellezza e la grandezza della vita.

Don Enzo Ruggiero

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