Un ritmo serrato, gags, catene di equivoci, umorismo e dramma insieme: “Natale in casa Cupiello” della Scuola Cinematografica della Calabria per la regia di Bernardo Migliaccio Spina, in due serate sold out, il 26 e 27 dicembre, nell’ambito di Winterland Siderno, ha conquistato il numeroso pubblico che ha affollato lo spazio natalizio.
Un grande letto occupa la scena ed è punto di riferimento della narrazione, inizio e fine di ogni giorno del quotidiano e dei giorni della vita. Lì convergono i personaggi, con il loro affannarsi, scontrarsi, cercarsi. Davanti a un presepe che pare scrutare le miserie umane con la forza della propria immobilità e dell’immobilismo dei tempi.
Bravissimi gli attori – Rinaldo Marzano, Marilena Futia, Giuseppe Sgambellone, Gabriele Staltari, Annalisa Giannotta, Manuel Nucera, Antonio Oppedisano, Fabiola Schirripa, Mariachiara Spatari, Salvatore Galluzzo – che hanno offerto una performance artistica intensa e appassionata, seguendo il filo a tratti anche dissacrante della rilettura di Migliaccio Spina.
«Non mi ero mai avvicinato a “Natale in casa Cupiello” del grande De Filippo perché nel mio immaginario continuavano a resistere le immagini delle feste in famiglia, da ragazzino, quando si guardava questa commedia dal sapore amaro, una rappresentazione forte, catalizzante – spiega Bernardo Migliaccio Spina – Nella mia dimensione creativa quest’opera cult ha assunto anche delle sfumature in un certo senso estreme, grottesche, ed è quello a cui ho lavorato nella messa in scena con gli attori della scuola. La morte del padre e, con lui, del patriarcato, è il mezzo per raccontare la crisi della famiglia e le problematiche che ciò comporta. Il tutto però è attraversato da una dimensione giocosa che ci permette di guardare oltre la morte, proprio nel momento in cui il padre reitera la domanda tormentone della narrazione, “Te piace ‘o presepio?”, e finalmente il figlio risponde “Sì, me piace ‘o presepio!”, quasi a dire che tutti siamo quel che sono stati i nostri genitori, che vorremmo distaccarci ma non ci riusciamo, ed è proprio il presepe il simbolo di questa continuità: a tutti noi piace il presepe. La rottura con la tradizione è difficile e viene quasi punita».
Un grande lavoro corale, realizzato grazie agli specialisti della Scuola Cinematografica della Calabria, diretta da Lele Nucera: aiuto regia Andrea Adinolfi, musiche di scena Carlo Frascà, scenografia Andrea Rullo, costumi Paola D’Orsa, trucco Stefania Loccisano.
«L’ispirazione, in questo muoversi instancabile dei personaggi, è ancora e immancabile la commedia dell’arte. E alle loro spalle le immagini iconiche dei pastori con la testa di paglia, la testa “che non pensa”, un presepe inquietante, come inquietante per il figlio è vedere il passato, identificarsi con il passato. Temi per cui ho scelto di privilegiare un approccio giocoso. L’aiuto regia Andrea Adinolfi ha lavorato alla drammatizzazione e ha aiutato i ragazzi ad apprendere la lingua napoletana e a giocarci. Nessuna messa in scena pur innovativa, nessuna rivisitazione potrà mai prescindere dalla forza del messaggio portante dell’opera, la certezza della continuità contro ogni tentativo di rottura».
Replica in programma per il 4 gennaio, ore 21.00, sempre a Winterland Siderno.