La “Notte dei Bronzi, organizzata dal Consiglio regionale all’Arena dello Stretto sul lungomare di Reggio Calabria, ha concluso i festeggiamenti per i cinquant’anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace. I Bronzi come brand rappresentativo della Calabria. Un marchio di fabbrica che la renda riconoscibile all’Italia ed al mondo. Ma da dove partire? Ci hanno ragionato e discusso gli ospiti del talk show che ha aperto la serata, condotto da Fabio Cuzzola, e con ospiti del mondo culturale e scientifico regionale e nazionale. E proprio di brand ha parlato la vice presidente della Giunta regionale Giusy Princi nel suo intervento di saluto.
Sono intervenuti, Antonio Del Pozzo, Ordinario di Economia Aziendale dell’Università di Messina, lo scrittore Vins Gallico, finalista del Premio Strega, Francesco Pira, docente di sociologia e direttore del master di comunicazione digitale dell’Università di Messina, Daniele Castrizio, docente di numismatica all’Università di Messina e Filippo Arillotta, docente al liceo scientifico Leonardo da Vinci di Reggio Calabria. Filo conduttore del dibattito, la narrazione. “Noi calabresi non sappiamo come ci raccontano – ha detto Vis Gallico – E noi dobbiamo comprendere che narrazione c’è e come portarla avanti”. Francesco Pira ha auspicato una grandissima alleanza, tra istituzioni culturali, amministrative, associazioni, cittadini per creare nuovi metodi di comunicazione.
I Bronzi non rappresentano in sé un grande valore economico. “Il loro valore è inestimabile – ha spiegato Antonio Dal Pozzo – ma altra cosa è trasformare il loro valore potenziale in valore economico”. Ed ha aggiunto: “Cambiare il destino dei Bronzi vuol dire cambiare il destino di Reggio Calabria e del Sud Italia”, solo sfruttando al meglio, attrezzando il territorio, le opportunità che la presenza di queste due statue ci dà. “La narrazione c’è già, ed è molto più ampia di altre opere più famose” ha invece affermato Daniele Castrizio secondo il quale i due Bronzi non sono altro che Eteocle e Polinice, figli di Edipo ed Eurigania e sono parte del gruppo dei Fratricidi di Pitagora di Reggio, restaurati a Roma e persi durante il viaggio in nave verso Costantinopoli. Filippo Arillotta, infine, ha rivelato il ritrovamento, su cui sta lavorando per la traduzione, di un poema epico in esametri latini dal titolo “Rhegias”, scritto nel 1595 dal preste messinese Antonino Colossi, un anno dopo la devastazione di Reggio, messa e ferro e fuoco dal pirata Pascià, il cui nome arabo fu storpiato in Uccialì.
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