R. e P.
Nonostante la grave situazione legata al “Coronavirus” che ha colpito il mondo intero, il team continua a riunirsi sulla piattaforma “Meet” insieme ai proff. referenti Girolama Polifroni e Daniela Callea per fare il punto sul lavoro intrapreso che riguarda l’impianto sportivo “San Giovanni Bosco”.
Con l’agevolazione di aver svolto la visita di monitoraggio civico sul campo prima dell’entrata in vigore del D.P.C.M. dell’11/03/2020 che ha stabilito le misure restrittive preventive per evitare il contagio da COVID 19, sono state tratte le somme sulle interviste effettuate al Sindaco della Città di Locri, a un dipendente dell’Area Tecnica del Comune che ha seguito l’iter amministrativo riguardante il progetto in esame, al Direttore dei Salesiani e al Presidente della PGS.
Il percorso di monitoraggio si è quindi spostato sulle varie piattaforme on line. E’ infatti attualmente a disposizione un questionario rivolto ai ragazzi di età compresa fra i 14 e i 25 anni che permetterà di valutare l’impatto sociale dello sport e l’importanza che riveste nella vita dei ragazzi e, più in generale, dei giovani.
Ma ciò che ha più entusiasmato il team sono state le interviste a distanza a due grandi sportivi dei nostri tempi, impegnati ormai da anni a diffondere la cultura della legalità non solo nel mondo sportivo.
Attraverso un’intervista radiofonica, grazie alla collaborazione dell’emittente Radio Venere, il Project Manager del team Fairplayers Giuseppe Clemente, ha avuto modo di condividere con il campione di judo Gianni Maddaloni alcune considerazioni legate al binomio sport e legalità. Padre e maestro dei campioni: Pino(medaglia d’oro a Sydney nel 2000 e oggi tecnico della nazionale), Laura(13 volte campionessa d’Italia e moglie di Clemente Russo simbolo anch’egli di riscatto sociale) e Marco(due volte campione europeo), Gianni Maddaloni è anche il fondatore di una celebre palestra situata nel cuore di Scampia quartiere tra i più simbolici per la città di Napoli.
Maddaloni si è fatto fautore e portavoce di un progetto sportivo che ha lo scopo fondamentale di strappare i giovani dalla morsa della mafia napoletana.Nato e cresciuto a Scampia, durante l’intervista radiofonica afferma: «quando ero piccolo, questo era un posto dove i giovani non avevano lavoro, cultura, opportunità. Io ho trovato l’uomo giusto al momento giusto. Ora faccio in modo che anche i ragazzi trovino uomini giusti al momento giusto. Anche se nasci a Scampia, non hai un destino segnato. Il linguaggio – aggiunge – è quello della strada ma le regole sono quelle dello sport che, oltre che di semplice spirito agonistico, si nutre del desiderio di cambiamento.Se si vogliono cittadini onesti bisogna far capire cosa significa lo sport: aggregazione, inclusione, formazione».
Attraverso Facebook, inoltre,il team FairPlayers è potuto entrare in contatto anche con il mister Igor Trocchia, conosciuto meglio come il mister “anti-razzismo”, al quale è stato chiesto quale sia stata la maggiore difficoltà che ha riscontrato, e continua a riscontrare, nella sua carriera da allenatore.
«Le maggiori difficoltà riscontrate – spiega ai microfoni virtuali mister Trocchia che nel 2018 ritirò la propria squadra dal torneo in seguito agli insulti razzisti indirizzati a un suo giocatore – sono essenzialmente due:la prima è fare i conti con un sistema calcio oramai in mano a società che, concentrate solo a fare soldi, perdono di vista lo scopo sociale di questo sport; a me il compito di far comprendere che lo sport è fatto di sano agonismo e competizione e anche di divertimento. La seconda è legata al bullismo, sia diretto, ma ancor più infame, quello indiretto, [e in questo caso] il compito del mister è quello di fare squadra e far capire l’importanza dell’amicizia e del rispetto dell’altro».
Oggi mister Igor Trocchia allena la Nazionale Italiana Sordomuti e continua ad insegnare calcio privilegiando sopra ogni cosa la crescita dei ragazzi:«educare allo sport – afferma – non è solo migliorare le gestualità, ma soprattutto saper stare in un gruppo di persone, che è uno dei bisogni intrinseci dell’uomo. Il rispetto, l’amicizia, l’accettazione della diversità, il rifiuto del bullismo in tutte le sue forme, sono i principi di base del mio allenare. La migliore soddisfazione ottenuta in questi anni?Sentirsi dire: mister, tu sei un esempio per me». Non rimane che mettere nero su bianco quanto fatto fino ad ora, anche grazie all’aiuto di esperti del settore. Il prossimo appuntamento del Team sarà infatti un ulteriore approfondimento dei temi trattati in vista della consegna del Report 3 prevista per il 30 Aprile, naturalmente, considerata la situazione emergenziale, attraverso canali alternativi che si stanno rilevando fonte di stimolo per i ragazzi.
Team ASOC Fairplayers